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L’iperammortamento 2019? Passa dal 250% al 270% (ma non per tutti!)

Dì la verità, gli ultimi mesi di tira e molla non si sapeva davvero se e a quali condizioni l’iper ammortamento Industria 4.0 sarebbe rimasto o meno per il 2019.

E invece ecco le  novità pubblicate in questi giorni in  Gazzetta Ufficiale.

 

La maggiorazione del costo di acquisizione degli investimenti si applica nella misura del 170 per cento per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro; nella misura del 100 per cento per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e nella misura del 50 per cento per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro. La maggiorazione del costo non si applica sulla parte di investimenti complessivi eccedente il limite di 20 milioni di euro

 

La matematica non è un opinione: 100% + 170%= 270%.

Quindi, per il 2019, almeno, le aziende che ancora non hanno fatto (o non hanno completato ) i propri investimenti in Industria 4.0, potranno usufruire dell’iperammortamento al 270 % e non solo al 250% come per il 2017 e 2018. Un occhio di riguardo, quindi, per le PMI.

I 5 criteri fondamentali per l’ipermmortamento 2019

Attenzione però!

Tutte le altre regole per l’applicazione dell’iperammortamento sono altrettanto vive e vegete.Ti ricordo solo le regole fondamentali: per le altre, puoi approfondire in questo articolo.

Qualunque intervento (qualunque) di Industria 4.0 deve avere TUTTE queste caratteristiche :

  • controllo per mezzo di CNC (Computer Numerical Control) e/o PLC (Programmable Logic Controller)
  • interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program
  • integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo
  • interfaccia tra uomo e macchina semplici e intuitive
  • rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro

A queste caratteristiche obbligatorie in toto si aggiungono almeno due caratteristiche “a scelta” tra altre tre

  • sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto
  • monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo mediante opportuni set di sensori e adattività alle derive di processo
  • caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione del proprio comportamento nello svolgimento del processo (sistema cyberfisico).

Ora, dopo due anni di iperammortamento e di Industria 4.0 in Italia, la mia esperienza mi porta a fare due considerazioni sulle caratteristiche obbligatorie.

Partiamo dalla fine.

  • rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro

Devo dire che nella mia esperienza di lavoro con aziende che hanno iniziato la 4.0, questo è un parametro quasi (ahimè) scontato: non si fa nulla di nuovo o di revamping  senza pensare alla sicurezza.  Meno male: speriamo che il 2019 sia un anno in cui la sicurezza in azienda aiuti davvero  ad avere sempre meno morti sul lavoro.

  • interfaccia tra uomo e macchina semplici e intuitive

Su questa caratteristica c’è ancora un po’ di “confusione”. In parole povere, significa dotare macchine e operatori di device come (ad esempio) HMI su misura, che riportino i dati e gli allarmi in modalità  graficamente fruibili e  il più possibile efficiente. Questo è un  altro punto ben capito dalle aziende e dai responsabili di manutenzione e produzione; purtroppo, con gli HMI e Scada  succede a volte  una situazione paradossale (l’ho descritta in questo articolo sugli HMI).

Nel momento in cui si definiscono le specifiche dell’aspetto grafico e dei dati da presentare all’operatore, si passa da “pochi dati semplici, visibili, chiaramente interpretabili”  a una situazione di “ma perché non mettiamo anche…”

E in queste situazioni, io e il responsabile di produzione /manutenzione dobbiamo sudare sette camice  per riportare gli altri partecipanti al progetto ai criteri di efficienza necessari; questo non solo perché è una caratteristica 4.0, ma proprio perché altrimenti “il troppo stroppia” e l’efficienza tanti ricercata fa a quel paese.

  • controllo per mezzo di CNC (Computer Numerical Control) e/o PLC (Programmable Logic Controller)

Criterio assolutamente chiarissimo! Dopo due anni, ormai, non c’è nessuno che pensa che per fare 4.0 non sia necessario un controllo via CNC o PLC.

 

  • integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con la rete di fornitura e/o con altre macchine del ciclo produttivo

  • interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program

  Le macchine/gli impianti devono parlarsi, sennò che 4.0 è? Le macchine devono dialogare  con il sistema informatico dell’azienda, con il suo gestionale, sennò che 4.0 è? I reparti di produzione scambieranno dati fra di loro, no? Sennò che Industria 4.0 è? Giusto?

No. Sbagliato.

Purtroppo questo, nella mia esperienza personale, è ancora il punto più difficile. Complice anche una certa “leggerezza”da parte di fornitori di diversa esperienza e competenza, e una certa “vaghezza” iniziale   è ancora in voga il famoso “Basta tirare un filo” e altri basta che …  eche dovrebbero farti scappare a gambe levate.

A gambe levate davvero perché, se ti va molto bene e hai fatto, come ti consiglio sempre, la preperizia, il tuo perito ti dirà che quel filo non ti permette di fare industria 4.0.

Se ti va male, e non hai fatto la preperizia, troverai questa sorpresa quando farai la perizia (che io comunque consiglio sempre, anche sotto i 500.000) e il tuo perito ti dirà che no, purtroppo così come è il tuo bene non è da 4.0

Se ti va molto male (ma molto  male) avrai fatto l’investimento, avrai portato in iper ammortamento il bene senza perizia , “tanto, penserai, è sotto i 500.000!”, e fra qualche anno  avrai un controllo. Con rischi civili, fiscali e (anche) penali annessi e  connessi.

Io – fossi in te- non rischierei.


Se stai pensando di fare Industria 4.0 nella tua azienda, se vuoi capire come utilizzare al meglio le macchine che hai già nell’industria 4.0, o se stai pensando agli investimenti 2019 e  sei responsabile di manutenzione o un responsabile della produzione di una azienda, contattaci.


PS: Ad ognuno il proprio mestiere: Elteco NON è una  azienda che fa perizie: Elteco si occupa nell’ambito dell’industria 4.0 di tre  argomenti  in particolare:

Però consiglio sempre la perizia, proprio perché da tranquillità a te, responsabile della tua azienda, e conferma la trasparenza del  nostro modo di fare 4.0.

 

Denise Valerio

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