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“Cambiamo tutta la fabbrica: compriamo nuovi impianti, ci liberiamo di quei ferrivecchi di macchine ! Rifacciamo il parco macchine industriali! Evviva!”
E poi la doccia fredda… “Ah.. non c’è budget, e va ben pazienza!…… mandiamo avanti così… finché va!”
Niente vie di mezzo: o tutto o niente!
Quante volte ti è capitato?
E quante volte il “revamping ” in fabbrica era (ed è ) un “qualcosa di cui accontentarsi”? Se sei veneto, il termine “tacòn” rende bene l’idea!
Ovviamente, se pensi a un revamping la prima cosa che ti viene in mente è “risparmio”.
Anche noi, in Elteco, quando facciamo una consulenza su un possibile riammodernamento/retrofitting/revamping, prendiamo come paragone ( benchmark) l’acquisto ex novo di tutto l’impianto.
Solo quando c’è una differenza di costi per l’azienda che va almeno dal 40 a 60% consigliamo senza dubbi l’ammodernamento delle macchine.
Sotto questa soglia, come professionisti valutiamo con attenzione anche l’acquisto in toto.
Eppure, nonostante un risparmio minimo, alcune aziende preferiscono fare un revamping al posto di acquistare ex novo gli impianti industriali.
Sono aziende a cui piace scialacquare soldi?
No, affatto. Anzi. Sono aziende guidate da imprenditori, o direttori tecnici, o responsabili che hanno davvero a cuore il risultato finale.
Quello che hanno in comune queste aziende è che sanno che l’effettivo risparmio di un revamping/retrofitting è solo uno dei vantaggi.
Ecco perche fare un revamping con interconnessione 4.0 è una mossa vincente
La gestione del cambiamento, la curva di esperienza e i costi di formazione
Gli operatori sono abituati a lavorare con determinati impianti, determinate macchine, con determinate procedure. Questo non significa che non sia possibile portare nuova tecnologia in azienda, anzi!
Solo che è francamente più facile far apprendere nuove funzionalità di un macchinario/tecnica che conoscono, che affrontare completamente una nuova formazione.
Il revamping, quindi, è anche un modo per iniziare un viaggio verso l’industria 4.0, anche con collaboratori abituati al “si è fatto sempre così”. Anzi, è un modo per avere subito una maggior efficienza.
Non solo: così gli operatori, forti della loro esperienza, possono dare un effettivo contributo a come migliorare l’impianto.
Tempi di set up
Quando metti a posto il garage, hai due sistemi:
- il primo: prendi tutto, accatasti, fai un repulisti, dai il bianco alle pareti, monti scaffali nuovi, cerchi di montare gli ultimi ritrovati tecnologici, cominci a tenere, buttare, tenere…. e poi nel giro di circa 6 mesi, se ti va bene, dopo tanto tempo, soldi, energia, avrai il tuo garage operativo.
Nell’intanto la tua auto resterà fuori sotto il sole e la neve e tua moglie minaccerà di chiamare tua suocera. Non solo: finito l’entusiasmo iniziale, quante volte ti sei chiesto “ma chi me lo ha fatto fare“? Però, se sopravvivi, sicuramente avrai uno spettacolo di garage. - il secondo: metti in atto l’operazione a piccoli step. Prendi un lato, uno scaffale , lo metti a posto, butti quello che c’è da buttare, aggiusti quello che c’è da aggiustare, metti in ordine il resto. Già che ci sei fai anche un piccolo inventario, così scoprirai che hai 7 set di chiavi inglesi e 12 paia di guanti da giardino. Poi nell’intanto dai un’occhiata alla porta del garage e decidi che è venuto tempo di mettere su un impianto di allarme più efficiente, e fai un paio di tramezzi in cartongesso per rendere più fruibile lo spazio….
Ci metterai sei mesi lo stesso (no, probabilmente meno), ma il tuo garage resterà sempre operativo e sarà in ordine, efficiente e magari con qualche innovazione in più, a tua misura: quella giusta che ti serve.
Ecco, il primo caso è quello che succede quando prendi un nuovo impianto in azienda.
Quando decidi di acquistare il nuovo macchinario devi:
- liberarti del vecchio macchinario (venderlo? dismetterlo?)
- fare spazio al nuovo
- riorganizzare completamente turni, procedure, layout
- organizzare la formazione ex novo
- collaudare, collaudare, ri-collaudare.
- affrontare gli operatori che verranno a dirti che “si stava meglio quando si stava peggio”
- rivedere le specifiche
- …
- e tutto questo mooolto prima di vedere i risultati!
Si, diciamo che non vedi l’ora di chiudere il progetto!
Quando invece noi pensiamo al revamping, noi pensiamo ad un approccio ” a piccoli step”.
L’interconnessione
Ora, veniamo al punto cruciale: l’interconnessione.
L’interconnessione è la chiave di volta. L’interconnessione fa in modo che macchine e sensori comunichino tra di loro, con gli altri software , con te….. ; indipendentemente dall’età (e dai fornitori, e dai modelli…) delle tue macchine.
Il bello è che tutti i dati di cui hai bisogno, li hai già (quasi sicuramente ): si tratta di convertire i dati in informazioni.
In effetti, raccogliere i dati in tempo reale sui processi e sulla macchina è il primo passo.
Poi occorre utilizzare quei dati in preziose indicazioni per ottimizzare il sistema e migliorare la produttività (a livello aziendale), ma anche per prendere rapide decisioni e effettuare interventi spot (a livello di singolo turno).
E’ proprio quello che fa l’interconnessione.
Vista da questo punto di vista, quindi, interconnettere i dati è sempre un punto cruciale: ma ancor più quando si parla di revamping.
Questo perché in caso di ammodernamento c’è una sfida: i macchinari più obsoleti hanno meno memoria per raccogliere i dati, e sono raramente compatibili in modo nativo con ulteriori macchine, di produttori e di epoche diverse (vedi questo case study)
Ora, riassumendo : il revamping
- ti permette di continuare l’operatività della fabbrica, senza interruzioni
- ti permette di fare piccoli passi di cambiamento tecnologico verso l’industria 4.0.
Il revamping con interconnessione, inoltre , ti permette di convertire le informazioni che HAI GIÀ in informazioni utili.
Chiedi una consulenza a Elteco: troveremo la tua soluzione di interconnessione più adatta alla tua realtà!
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